Mostra in chiesa parrocchiale: Il grido della Terra

L’anno speciale Laudato Si’ e i nuovi stili di vita, per una conversione ecologica globale

 

“Tutto è collegato, e questo ci invita a maturare una spiritualità della solidarietà globale.” (LS 240)

 

L’anno speciale per la Laudato Si’ è iniziato il 24 maggio scorso, quinto anniversario dell’enciclica di papa Francesco “Sulla cura della casa comune”.

Avviato un po’ in sordina, promette di far parlare di sé. Nelle intenzioni di chi l’ha pensato, infatti, l’anno speciale sarà un tempo nel quale dare forma a un programma ambizioso di cambiamento basato sulle istanze dell’ecologia integrale, cioè sulla consapevolezza che tutto è collegato alla nostra casa comune, la Terra: le nostre esistenze umane, le nostre economie, le strutture politiche, i sistemi sanitari, le catene di produzione alimentare, i sistemi energetici e di trasporto.

Dalla sua pubblicazione, la Laudato Si’ ha già prodotto molto fermento a livello teologico, ecclesiale, ma anche culturale, sociale, politico, nella vita quotidiana di molti e anche nella nostra comunità si sono creati momenti di riflessione e d’azione ambientale.

 

Il fatto che il quinto anno anniversario dell’enciclica coincida con una pandemia mondiale, scrive il Dicastero Vaticano per il servizio dello sviluppo umano integrale, rappresenta uno spartiacque e fa sì che il messaggio della Laudato Si’ sia oggi tanto profetico quanto lo era nel 2015. Il Covid-19, infatti, ha messo in luce la profonda interconnessione tra tutti noi e tra i diversi ambiti delle nostre vite. Per iniziare a immaginare un mondo post-pandemia, abbiamo quindi bisogno anzitutto di adottare un approccio integrale, che coinvolga i diversi ambiti dell’esistenza umana. Inoltre, l’urgenza della situazione è tale da richiedere risposte immediate e unificate a tutti i livelli, sia locali che regionali, nazionali e internazionali.

In particolare è necessario creare “un movimento popolare” dal basso e un’alleanza tra tutti gli uomini di buona volontà. Dare ascolto “al grido della terra e al grido dei poveri” è possibile. Mettere in atto dei cambiamenti profondi che promuovano una vita bella nella casa comune è una strada percorribile. Ce lo dicono da anni le molte voci che, provenienti spesso dal mondo missionario, propongono il cambiamento all’insegna dell’adozione di “nuovi stili di vita”.

In quest’anno speciale incentrato sulla custodia del creato la nostra Parrocchia ha voluto dedicare un primo evento organizzando, per il periodo della festa Patronale 2020, una mostra sull’Enciclica Laudato sì di papa Francesco dal titolo “Il grido della Terra”.

La mostra è ospitata in Chiesa parrocchiale: 12 pannelli fotografici ci accompagneranno lungo il percorso di conoscenza dell’enciclica Laudato si’.

Questo primo evento vuole essere un invito a riflettere sui nostri stili di vita e su come le nostre scelte quotidiane in fatto di cibo, consumi spostamenti, utilizzo dell’acqua, dell’energia e di tanti beni materiali siano spesso sconsiderate e dannose per madre Terra. “In troppi stiamo spadroneggiando sul creato. Scegliamo di cambiare, di assumere stili di vita più semplici e rispettosi! È ora di abbandonare la dipendenza dai combustibili fossili e di intraprendere, in modo celere e deciso, transizioni verso forme di energia pulita e di economia sostenibile e circolare” dice papa Francesco.

Si tratta quindi di un invito a cambiare coraggiosamente le proprie abitudini non solo per la necessità di preservare la nostra casa comune, bensì per virtù, consapevoli che il Creato è un dono, “è il linguaggio dell’amore di Dio, del suo affetto smisurato per noi … tutto è carezza di Dio“. Siamo pertanto tenuti a conservare e preservare la nostra casa comune, la Terra, con lo stesso  amore con cui ci è stata donata.

 

Nel silenzio e nella preghiera possiamo ascoltare la voce sinfonica del creato, che ci esorta ad uscire dalle nostre chiusure autoreferenziali per riscoprirci avvolti dalla tenerezza del Padre e lieti nel condividere i doni ricevuti. In questo senso possiamo dire che il creato, rete della vita, luogo di incontro col Signore e tra di noi, è «il social di Dio». (papa Francesco)

La cura del creato quindi non è solo una questione ambientale, socio-economica e politica, ma è anche una questione teologica: abbiamo a che fare con il dono di Dio.

“Ogni fedele cristiano, ogni membro della famiglia umana può contribuire a tessere, come un filo sottile, ma unico e indispensabile, la rete della vita che tutti abbraccia. Sentiamoci coinvolti e responsabili nel prendere a cuore, con la preghiera e con l’impegno, la cura del creato. Dio, «amante della vita» (Sap 11,26), ci dia il coraggio di operare il bene senza aspettare che siano altri a iniziare, senza aspettare che sia troppo tardi” ci insegna papa Francesco.

Mettiamoci dunque in cammino per la Cura della Casa Comune, iniziando ad accogliere l’invito a visitare la mostra esposta in chiesa parrocchiale, dal 12 al 20 settembre, per una visita libera alla mostra.