“Signore insegnaci a pregare…” in preparazione al Natale
Alcune riflessioni
Il 27 novembre, presso “La Scala di Giacobbe” a Castelletto di Cuggiono, don Marcello ci ha proposto un ritiro spirituale, per tutti, per tutti gli adulti e giovani adulti. Non ricordo se in passato nella nostra parrocchia sia mai stato organizzato un ritiro spirituale in Avvento in preparazione del Natale indirizzato a tutti. Sicuramente viene fatto per ragazzi, adolescenti e giovani, ma agli adulti non mi pare fosse mai fatta questa proposta.
E questa prima cosa devo dire che mi ha colpito molto positivamente.
Il testo che don Marcello ci ha proposto come meditazione è quello di Luca del capitolo 2, v. 1-20:
1. In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. 3. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. 4. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, 5. per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. 6. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. 7. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo.
8. C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. 9. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, 10. ma l’angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: 11. oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. 12. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». 13. E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva:
14. «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama».
15. Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». 16. Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. 17. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. 19. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.
20. I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
In questo brano ci sono dei passi che mi hanno catturato l’attenzione e fatto riflettere. Il primo è quello dell’annuncio, 10,11 cioè l’Angelo annuncia ai pastori la nascita di Gesù. E i pastori, nella loro umiltà (perché Dio ha scelto sempre fin dalla sua venuta le persone più semplici, più umili) hanno aderito. E questo è importante: non sono rimasti ai loro lavori, ma si sono messi in cammino: “Andiamo fino a Betlemme” 15. Poi hanno visto e hanno riferito 17. Quindi i pastori hanno detto alle genti ciò che avevano visto e le persone che li ascoltavano si stupirono di ciò che i pastori dicevano 18: in questo modo veniva comunicata la buona novella. E questo è anche il modo in cui viene trasmessa la fede.
In questa breve parte del racconto della nascita di Gesù, emergono i verbi: andarono, trovarono, videro, raccontarono, ascoltarono, che indicano già il percorso di ogni cristiano. Cioè Dio, fin dalla nascita di Gesù, ha voluto tracciare quello che deve essere il cammino di ogni cristiano. E lo ha voluto dire a noi.
Credo che non si rifletta mai abbastanza sull’avvento del Natale, cioè che quell’annuncio che è stato fatto ai pastori è lo stesso annuncio che viene riproposto a noi tutti. Sta poi a ciascuno di noi, proseguire il cammino, cioè aderire e raccontare, mettersi in cammino, ognuno nella sua piccolezza, nella sua umiltà come erano umili i pastori, facendo anche piccole cose.
Riflettendo sul cammino di fede di ognuno, ma anche dei santi, Don Marcello riportava una frase di san Francesco:
“ … andate e portate il Vangelo, se necessario anche con le parole”.
Non è una frase da poco conto. Il Vangelo essenzialmente si trasmette con i fatti, con gli esempi, con la vita (i pastori che si mettono in cammino, vedono e raccontano) e quindi con il cammino di ogni cristiano, magari (ma anche senza magari, perché così si diventa chiesa di Dio) insieme ad altri cristiani, che si vogliono mettere in gioco.
Per chi, dunque, desidera intraprendere un nuovo cammino verso il Natale, potrebbe risultare utile la seguente proposta di riflessione della ritiro spirituale di domenica scorsa, in quanto è molto stimolante e arricchente:
• Il racconto è diviso in tre scene in sequenza.
• Il fatto è “di un bambino avvolto in fasce e deposto nella mangiatoia”. Qui nulla di straordinario.
• L’annuncio del fatto: qui si trovano dei tratti meravigliosi e sproporzionati, di grande significato. • Qui sta lo stupore del Natale: che Dio si manifesta nella debolezza di un uomo, di un bambino, di un povero. Come è possibile? Ci troviamo di fronte a un Dio capovolto non solo a Natale, ma sempre fino alla croce.
• L’accoglienza dei pastori e di Maria.
• Il tratto comune a tutte e tre le scene è il fatto. L’annuncio e l’accoglienza sono funzionali a spiegare e ad attualizzare il fatto. È una parola da meditare. È un invito a fare i nostri atteggiamenti dei pastori e di Maria. È pure un invito a riflettere per una fede ragionevole: perché Dio si è fatto uomo? Perché bambino?
E poi qualche domanda:
- Nel dialogo con Lui, la nostra preghiera è risposta alla sua parola?
- C’è nel racconto della nascita di Gesù una parola o una frase che mi ha colpito di più?
- Quale reazione provo nel sapere di un Dio così vicino tanto da farsi uomo, da condividere la mia debolezza? Stupore, gioia, serenità, riconoscenza, maggior fede oppure l’abitudine al Natale mi ha progressivamente svuotato?
- I pastori andarono, trovarono, videro, raccontarono. Nella mia esperienza cristiana, quale di questi atteggiamenti è più facile e quale meno?
- Maria “meditava nel suo cuore, cioè cercava di comprendere il significato delle cose che le capitavano. C’è qualche fatto bello o meno bello della mia vita in cui ho avvertito che Dio mi parlava?
Buona riflessione buon cammino verso il Natale,
Pietro